"Perché non ho chiuso il negozio (anche se ChatGPT me l’ha consigliato)"
- Giamma

- 13 ago
- Tempo di lettura: 2 min
Nel cuore di Melide, dentro le mura di Ul Barbee, non volano solo capelli, ma anche parole. Tante parole. Quelle che nascono davanti allo specchio, tra un taglio sfumato e una sistemata alla barba. Ed è proprio da una di queste chiacchierate – un po’ serie, un po’ da ridere – che nasce questo articolo.
Qualche tempo fa, in una serata tranquilla dopo il lavoro, ho chiesto a ChatGPT un consiglio:
“Come posso migliorare il mio business da barbiere?”
Risposta secca, algida, logica:
“Valuta di chiudere il negozio se i margini non crescono e automatizza il servizio online.”
Ecco, lì ho capito tutto.
Ho capito perché l’intelligenza artificiale non potrà mai tagliare i capelli.
Perché non può sentire l’atmosfera di un sabato mattina, il silenzio tra due clienti che si fidano, le risate improvvise quando parte un aneddoto.
L’AI ragiona a numeri. Ul Barbee ragiona a persone.
Le macchine funzionano a prompt.
Scrivi cosa vuoi, ti danno una risposta.
Ma i clienti non sono prompt. Sono storie, abitudini, gusti personali, cambiamenti dell’umore e della vita.
Ci sono clienti che entrano e ti dicono:
" Ehi Giamma, Ehi Beppe! Fammi come l'altra volta, ma un po’ diverso, però senza cambiare troppo."
E tu capisci perfettamente cosa intendono. Perché li conosci. Perché li ascolti.
Il lavoro del barbiere, oggi più che mai, è essere umano.
Saper leggere nei gesti, anticipare i bisogni, offrire non solo un taglio ma un momento tutto per sé.
ChatGPT ti dice cosa ottimizzare. Io ti dico cosa valorizzare:
la relazione.
Quindi no, non chiudo.
Anzi, rilancio.
Perché qui da Ul Barbee si taglia, si parla, si ride, e si costruisce fiducia.
Ogni cliente è diverso, ogni taglio è unico.
E nessun algoritmo potrà mai replicare quello che succede in negozio quando la porta si apre e ci si saluta con un “Ciau, ul solit?”.
Alla prossima, sempre con le forbici in mano e il cuore aperto.
– Ul Barbee, il barbiere di Melide


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